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BIAS Cognitivi pt.1

Sport e Crescita personale

Impariamo a controllarli

Oggi ti voglio parlare di qualcosa che tutti i giorni influenza le nostre vite senza che noi nemmeno lo sappiamo.

Resta con me per qualche minuto e capirai non solo che gran parte delle nostre scelte è predeterminata da schemi mentali che a volte finiscono per ingabbiarti, ma anche che è possibile riconoscere questegabbie ed evitare che influenzino le nostre decisioni.

Ti sto parlando di quelli che tecnicamente si chiamano “bias cognitivi”, cioè quelle “distorsioni” che noi facciamo nelle valutazioni di fatti e avvenimenti e che ci spingono a ricreare una visione soggettiva della realtà. In sintesi, i bias cognitivi rappresentano il modo con cui il nostro cervello distorce la realtà.

Ti ho messo un po’ di confusione? Come è possibile che di fronte a fatti evidenti, tendiamo a dare interpretazioni del tutto soggettive?

Te la semplifico: i bias cognitivi, sintetizzando, non sono altro che dei “pregiudizi”, degli automatismi in base ai quali ci confrontiamo con la realtà che ci circonda.

Ma perché tutti – e intendo veramente tutti noi – anche senza accorgercene finiamo inevitabilmente per cadere nelle trappole dei pregiudizi?

Facciamo prima una breve riflessione: se la nostra mente ci porta a operare questi automatismi, evidentemente ci deve essere un motivo, no?

E il motivo in effetti c’è.

Essi servono alla mente per risparmiare tempo ed energie nell’elaborazione di una determinata situazione, che il nostro cervello, attraverso un immediato meccanismo di comparazione, affianca a situazioni simili già vissute in precedenza. Puoi vederla così: i bias cognitivi sono scorciatoie del pensiero.

Il problema si presenta quando il bias ci porta a prendere decisioni non vantaggiose per noi stessi e per coloro che ci circondano.

Avendo letto fin qua, scommetto che ti sei fermato a questo punto della lettura e stai cercando degli esempi.

Bias di conferma.
E’ uno dei bias più comuni e per identificarlo ci vuole un po’ di onestà intellettuale. Ti è mai capitato di cercare e interpretare le informazioni, in modo da confermare le convinzioni che hai già? E allo stesso tempo ignori o sottovaluti le informazioni che contraddicono la tua opinione? Eccolo lì, il bias di conferma. Ti faccio un esempio: hai deciso di comprare la tua bellissima Tesla e da qualche mese non fai altro che cercare informazioni sul suo funzionamento, efficienza, autonomia, impatto ambientale etc. Ti sei accorto di come tendi a evitare le voci critiche o che comunque esprimono preoccupazione? In sostanza stai cercando conferme, ma la decisione l’hai già presa mesi fa.
Ti sembra una sciocchezza, vero? Come può una decisione del genere impattare negativamente sulla mia vita, ti starai chiedendo.

Allora dammi qualche secondo che ti faccio un altro esempio.


Il medico ti ha prescritto un medicinale. Sei un po’ preoccupato perché tua sorella medico, en passant e senza dargli importanza, ti ha citato uno specifico effetto collaterale.

Ecco, il seme del bias è stato piantato perché ora il tuo focus è puntato tutto lì. Allora lo sai cosa tenderai a fare?
Ad andare sui motori di ricerca e inserire come parola chiave quello specifico effetto. E troverai 124.514 risultati. Direi che è un numero piuttosto altino e la tua ricerca di conferma sarà soddisfatta. Tuttavia se tu avessi cercato gli effetti benefici di quel farmaco, di risultati ne avresti trovati decine di milioni, probabilmente di più. Però tu hai cercato gli effetti negativi, cioè hai cercato la conferma nel male.

Ecco, potresti in questo caso essere portato a non assumere quel medicinale che viceversa ti avrebbe guarito. Vedi come un bias ti può portare un danno potenzialmente anche grave alla tua salute?

E già che ci siamo, ti racconto un altro bias collegato…

Bias della negatività.
Lo sai che tendiamo a reagire in maniera più intensa e significativa quando abbiamo informazioni negative piuttosto che positive?
E’ un “pregiudizio buono”, o meglio, nato come buono. Il fatto che reagiamo in modo più forte agli stimoli negativi deriva dalla nostra evoluzione: per la sopravvivenza della specie è sempre stato molto più importante avere immediata ed evidente percezione dei pericoli piuttosto che delle situazioni di tranquillità.

Fatti questa domanda: per un uomo delle caverne era più importante prestare attenzione e reagire immediatamente al ringhiare di un lupo nel buio o osservare in tutto il suo caleidoscopico splendore una meravigliosa farfalla?

Penserai che questo non esempio non sia attuale e che ad oggi non siamo più vittime del bias della negatività, ma adesso ti chiedo di soffermarti su una situazione che probabilmente vivi nella tua quotidianità.

Sei su Amazon a fare shopping online.
Devi decidere sull’acquisto del tuo nuovo tostapane e sei indeciso tra alcuni modelli. Ovviamente guarderai la quantità dei feedback positivi, ma quasi inevitabilmente il tuo cursore si dirigerà verso le recensioni negative, e saranno eventualmente quelle a influire di più sul tuo acquisto.

Certo che se invece stavi cercando conferme (te lo ricordi il bias della conferma?), forse le ignorerai.

Complessa la mente, vero? Stai cominciando ad accorgerti che non funzioniamo come calcolatori e ciascuno di noi sarà più o meno influenzato dai propri bias cognitivi a seconda del proprio vissuto.

Ora però voglio ringraziarti per avere letto fin qua, spero che l’argomento dei bias ti abbia interessato. Avrai capito che è un argomento molto importante e anche complesso, quindi per adesso chiudo qua ma non perderti il prossimo blog post, nel quale ti parlerò di altri bias molto comuni che influenzano moltissimo la nostra vita senza che nemmeno ce ne accorgiamo.

Un abbraccio,

Lisa Donatini

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