La gestione dello stato d’animo

La gestione dello stato d’animo

Quando in Oneand Academy abbiamo creato We Coach, il percorso introduttivo alla professione di mental coach, abbiamo deciso fin da subito di dedicare un’intera lezione alla gestione dello stato d’animo.

È sempre stata una sessione particolarmente emozionante e coinvolgente per gli argomenti che tratta e per le importanti rivelazioni che contiene oltre che, ovviamente, per la passione trasmessa dal trainer. Ascoltandola e vedendo le reazioni dei partecipanti, mi è venuto lo spunto per parlare oggi attraverso le pagine di questa rubrica, di quanto sia importante conoscere quella che da tutti viene ormai definita la cartina tornasole delle capacità intellettive dell’essere umano.

Nei giorni scorsi, nell’attuale edizione di questo percorso trasformazionale che ogni volta andiamo a perfezionare, un nostro coach, Alessandra, ha tenuto quella che  reputo una delle migliori performance tecniche su questo argomento. Il Q.I. (quoziente intellettivo). Questo non è più considerato come unico criterio di giudizio attendibile: avere un punteggio alto non significa necessariamente che si avrà successo nella vita.

Il fattore determinante, quello che è effettivamente più sviluppato nelle persone efficienti, è l’intelligenza emotiva che, in sostanza, è un aspetto dell’intelletto legato alla capacità di riconoscere, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie emozioni e quelle degli altri.

Il saper distinguere tra le varie sensazioni e sentimenti permette di utilizzare queste informazioni per guidare utilmente i propri pensieri e le proprie azioni. Come dicevamo anche in uno degli scorsi articoli, sono state scientificamente riconosciute, e riconoscibili, nell’ambito del linguaggio non verbale, 6 emozioni base:

FELICITA’

TRISTEZZA

DISGUSTO

PAURA

RABBIA

SORPRESA

Da ciascuna di queste 6 emozioni ne nascono tantissime altre, con sfumature graduali che definiscono altrettanti stati.

Sono oltre cento quelle che finora sono state catalogate e chissà quante altre ne saranno individuate col proseguo degli studi.

Per intenderci, volgarmente ognuna di queste emozioni la puoi immaginare come uno stato di attivazione, uno stato che coinvolge l’organismo ed influenza il modo in cui si elaborano le informazioni, permettendoci di attribuire un significato a ciò che ci succede.

Ecco perché taluni reagiscono in un modo incomprensibile a noi e viceversa: abbiamo semplicemente un diverso grado di intelligenza emotiva. Essere appassionati di P.N.L., neuroscienze o di analisi transazionale certamente aiuta ma credetemi, il concetto è molto più semplice di quello che sembra: siamo un insieme di cellule attraversate continuamente da energie di vario tipo che creano passaggi di sostanze chimiche nel nostro corpo che determinano ciò che proviamo.

Qui, secondo me, è racchiuso il senso profondo della nostra esistenza: l’uomo non esisterebbe senza emozioni. Tutto come sempre parte dalla testa, in particolare la stanza dei bottoni è nel sistema limbico che è la parte del cervello dove hanno sede, appunto, le emozioni.

Ogni volta che questa parte del cervello trasmette uno stimolo ad altre aree cerebrali, questo attraversa le stesse reti su cui transitano le nostre emozioni. Ogni stimolo porta quindi con sé un carico emozionale: l’intelligenza emotiva ci consente di gestirlo al meglio per permetterci di adattare le nostre azioni alle situazioni. Non esiste, quindi, solo un quoziente di tipo cognitivo, il Q.I., ma ne esiste un altro, di pari se non superiore importanza, di tipo emotivo– relazionale, che ci consente di capire meglio chi siamo e di interagire in modo più efficace con gli altri.

In questo senso è pertanto facile comprendere come per avere successo e benessere nella vita in genere occorra disporre di un buon quoziente emotivo che ci consenta di essere competenti soprattutto anche da un punto di vista relazionale. Pensate proprio alla riapertura e a tutte queste discussioni erette sulla paura di tornare ad essere vicini, interagire, annusarsi, chiacchierare… toccarsi e baciarsi, guardarsi negli occhi e prendersi per mano… Vivere normalmente, insomma. Pensate a come le emozioni, questa dote unica nel regno animale, unica su questo pianeta fantastico che ci ospita, possa cambiarci il senso delle cose e della vita.

Possedere intelligenza emotiva significa, dunque, avere una maggior consapevolezza delle proprie emozioni e di conseguenza avere anche una maggiore conoscenza di sé stessi. Appunto questo è uno dei punti cardine dal quale può nascere la tua crescita personale e quindi conoscere sé stessi risulta in ogni senso, fondamentale. Lo è perché solo in questo modo puoi migliorare la tua intelligenza emotiva e produrre emozioni intelligenti. Lo puoi fare riconoscendo i sentimenti che provi durante la giornata, provando a dargli un nome preciso e cercando di comprendere veramente da quali avvenimenti sono generati.

Puoi farlo iniziando a prendere in considerazione i segnali del tuo fisico e capire se provengono da alcune emozioni che stai provando. Puoi farlo evitando di giudicarti per le emozioni che provi, anche per quelle più brutte e migliorarti trovando un modo per reagire ad esse. Un altro metodo per migliorarti è saper ascoltare in modo proattivo considerando i punti di vista altrui così da sintonizzarti con altre persone per essere mentalmente aperti a tutto. Poi la cosa più importante di tutte, quella che io consiglio in modo spassionato: tendere ad essere emotivamente onesti, essere profondamente se stessi, lasciando trasparire per intero il proprio stato emotivo, affinché gli altri lo riconoscano più facilmente e tu possa capire in che tipo di ambiente vivi e poter capire se è quello che vuoi ancora o è meglio cambiarlo. Le emozioni guidano le persone e le persone guidano le performance, per cui non esiste un reale benessere per l’individuo senza la consapevolezza di questo.

 

Luca Paoli

Sua maestà…L’Amore

Sua maestà…L’Amore

Dopo aver scritto questo articolo mi sono chiesto più volte se era il caso di proporlo;

Forse per San Valentino avrebbe avuto maggior senso, mi son detto.

Invece dopo ho pensato: che me ne frega di San Valentino? si sta parlando del sentimento più bello in assoluto. Quello che “move il sol e l’altre stelle”.

E se lo dice il sommo poeta chi sono io per pensare che non sia il luogo e il momento adatto per parlarne?

Una volta qualcuno mi ha detto che le “relazioni sono tutte magiche perché hanno in sé delle proprietà chirurgiche e una potenza medicamentosa. Nel bene e nel male”.

Possono cioè portare delle portentose guarigioni oppure, se il medico è pietoso, a volte possono infettare la piaga.

Certi rapporti purtroppo, si rivelano nel tempo come delle sale di tortura emozionale eppure sono sempre più dell’idea che le relazioni dipendano principalmente da noi, da come ci si approccia.

Quando lo fai con amore vero, queste possono portare non solo guarigione ma anche miglioramento nella vita di entrambi.

Chi amiamo, non importa se per poco tempo o per molto, diventa come una sorta di angelo custode, una guida e un riferimento. E lo stesso vale per l’altra persona.

Verso questi angeli prima o poi accade però una cosa strana e cioè che dentro cresce una sensazione strana, di qualunquismo, fatalismo. Una sensazione che prima o poi fa diventare tutto scontato.

Invece è bene rendersi conto che sulla terra esiste solo un esiguo numero di angeli custodi per ciascuno di noi e quindi è bene evitare di fare questo errore. Dobbiamo evitare di dare la loro presenza come scontata.

In qualche momento, anche solo per un attimo verso queste persone c’è stato amore.

Siamo stati tutti innamorati e riconoscere che questa è una grande fortuna e un piacere che possiamo dare al nostro cuore ci rende più vivi.

Sono molte le persone che invece adesso non hanno questa fortuna.

Persone che non hanno ancora trovato qualcuno da amare o da cui farsi amare oppure che, avendolo trovato, l’hanno poi perso. Nel senso più ampio del termine.

Fate in modo che ciascun momento trascorso con la persona che amate sia speciale e meraviglioso, concedetevi il permesso di essere voi stessi e dire all’altra persona veramente ciò che provate, almeno di tanto in tanto.

Fate in modo di tenere a mente sempre che ciò che conta veramente non sono le piccole cose per cui ci accapigliamo ma il fatto che, un giorno, avete posato gli occhi su di loro e loro su di voi e c’è stato qualche istante di sfavillante magia. La magia dell’amore.

Lasciate che il pensiero di questa magia stia con voi sempre di più, così da comprendere cosa significhi condividere il piacere della vera intimità.

Renditi responsabile di portare consapevolezza dentro di te, che quello che hai provato è stato qualcosa di grande e che se anche adesso sono passati anni e tante cose non sono più quelle di prima, se qualche ruga si fa strada sul tuo sorriso, qualche acciacco disturba la quotidianità e i pensieri si fanno a volte in salita, hai avuto o hai la grande fortuna di conoscere il più potente, il più illuminante dei sentimenti: l’amore.

Se poi in questo momento sei single fai che sia lo stesso e datti aperture verso il futuro, che niente ancora è scritto che tu non voglia.

Ho conosciuto tante di quelle persone che a prescindere dall’età si davano già per persi nei confronti delle proprie relazioni. In realtà erano proprio come te, persone speciali che avevano solo perso la speranza e la forza di credere in un futuro migliore.

La ricerca e la scelta di cambiare strada, avendo accanto persone positive, che possano aiutarle, le hanno portate di nuovo a credere che potranno incontrare una persona speciale come loro.

Cosa che per molti puntualmente è già successa, quasi come se esistesse una legge d’attrazione (!) alla quale non ci si può sottrarre.

Svegliarsi con a fianco l’amore della vostra vita, e sentirsi da Dio, o svegliarsi da soli, ma stare a meraviglia perché la vostra vita è costellata di persone positive, che vi hanno a cuore e vi amano teneramente, non ha prezzo.

Quando lasci fluire amore, l’altro cuore lo capisce e si unisce a te nel viaggio, qualsiasi esso sia.

Un viaggio che potrai fare all’interno di una cornice di amicizia, collaborazione, passione, lavoro, famiglia, sport…

Non c’è cornice della vita che non possa accogliere sua maestà l’Amore.

La cornice in questione te la dà la vita poi sta a te dipingere il quadro del tuo viaggio.

Luca Paoli

Pensieri e propositi per una vita a misura… d’uomo

Pensieri e propositi per una vita a misura… d’uomo

Giusto qualche giorno fa uno degli allievi della Oneand Academy, la nostra scuola di coaching e benessere, ha fatto un interessante post in cui parlava di Abraham Maslow.

E chi è costui, direte voi? È stato uno dei geni del secolo scorso, uno di quelli che ha contribuito con le sue teorie, a implementare strategie di vita più consapevole. Dei suoi studi ne trovi traccia in molti ambiti, nel marketing, in neurologia, psicologia sociale, antropologia culturale, sociologia ecc… per me è stato illuminante incontrare le sue riflessioni e teorie sui bisogni circa 30 anni fa;  fu allora che iniziai a definire meglio il disegno che avrei voluto per la mia vita, fu allora che decisi che sarei riuscito a “svoltare”, sia come ruolo che compito sociale. Ovvio che come sempre dipende da come interpreti ciò in cui ti imbatti.

Ad esempio, una delle frasi di Maslow che più mi hanno illuminato è che “Se si pianifica di vivere al di sotto delle proprie potenzialità si rischia di essere infelici per tutta la vita”. E’ una riflessione logica e semplice ma credo che molti possano interpretare questa frase in modo inappropriato, andando verso l’esagerazione nel fare e pensare, nel cercare risultati facili ed immediati.

Credo che molti siano tentati in qualche modo ad insistere in modo ossessivo nel “vivere al massimo, vivere a gonfie vele” producendo, dove serve, un meschino vento artificiale. Ma allora cosa ci indica tra le righe questa frase? Dice una grande verità: il troppo stroppia sempre. Non si deve stare sotto ma nemmeno sopra le proprie possibilità.

Solo se l’Uomo si comporta in linea con le proprie potenzialità, abbinando la ricerca della felicità in equilibrio ed armonia con l’ambiente circostante, riuscirà a raggiungere un livello di benessere profondo, tale da non poter più retrocedere. Ma l’Uomo si comporta così?

Occhio a questa formula: 4,543 × 10^9 anni: sapete cosa dice questa formula? Dice quanti anni ha nostra madre Terra.

E noi, esseri umani, unica razza disadattata all’ambiente, che girovaghiamo irrequieti per qualche decina di anni su di Lei pensiamo davvero di esserne padroni? Pensate un attimo a come ci si deve sentire ad essere calpestati e bistrattati da esserini che si divertono a giocare ai soldatini, al piccolo chimico, al dottore o a chi prega il Dio migliore e immaginate se non vi verrebbe voglia di fare piazza pulita…

È un atto civile che dobbiamo assumerci quello di vivere responsabilmente e attuare tutto ciò che è in nostro potere per farlo in maniera sostenibile. E’ necessario lasciar fluire la sostanza dell’Uomo, senza tenere dentro la magnificenza della quale ci hanno dotati. L’intelligenza, la parola, il pollice opponibile non possono essere solo dei doni, frutto di casualità.

Continuo a credere che siamo destinati a un futuro migliore di quello che ci siamo procurati oggi, per la dabbenaggine o l’egoismo di una minoranza che fin qui ci ha condizionati e soggiogati nella paura. Appunto la paura… Una di quelle più grandi che abbiamo dovete sapere, non è in realtà quella di essere inadeguati, inefficienti, incapaci ma di essere davvero potenti al di là di ogni misura.

Quello che più ci spaventa è la nostra luce, non l’oscurità. L’oscurità prima o poi arriva mentre la luce è dentro ognuno di noi dalla nascita. Riuscire ad esserne consapevoli è ciò che può toglierci da questa sgradevole situazione di stallo, quella che nel coaching viene definita “crisi di autogoverno”. Quel momento in cui, pur sentendo di volersi spostare da un presente non soddisfacente ad un futuro migliore, non si riescono a trovare né l’energia sufficiente, né la direzione giusta per muoversi in maniera efficace. “Non riuscire a stare fermi un istante saltare da un pensiero all’altro da un desiderio all’altro in continuazione, è una maledizione …” diceva un certo Renato Fiacchini… Mi piace l’idea che proprio dall’ annullare questa sorta di maledizione, ripartendo da Zero sapendo cogliere il senso più utile di questa suggestione, ci si possa focalizzare su un nuovo disegno del nostro domani.

Niente più fabbriche di gioia industriale fine a se stessa ma un luogo che ci possa ospitare con rispetto reciproco. Che possa insomma esistere ancora una Terra dove degli esserini disadattati all’ambiente collaborano tra loro per riparare i danni di chi li ha preceduti. Sempre che siamo ancora in tempo… 

La coerenza è un animale sacro

La coerenza è un animale sacro

Dove eravamo rimasti?

Nel C.C. (Coaching Corner se vi piace si può abbreviare così) del numero 70 alla fine stavo tirando una fune con le labbra screpolate dal freddo…

E partendo da quella immagine un po’ in controtendenza con il clima di questi giorni mi piace andare a pescare tra i ricordi qualcosa che può essere utile a chi legge per crearsi delle suggestioni utili a superare le proprie difficoltà.

Dopo quel momento così complicato dove avrei voluto essere dovunque tranne che lì, riuscimmo a superare, seppur con fatica, il passaggio sul lago ghiacciato (di quello si trattava) e anche se ormai col fiato corto e con le forze a fine corsa nonostante la giovane età, finalmente arrivammo ai piedi dell’ultimo strappo, in cima al quale c’era lo skilift che poteva aiutarci a raggiungere il rifugio, che ormai era diventato più un miraggio che un sogno.

Davanti una foresta di abeti, tutti dello stesso colore, la neve si ferma, smette di scendere.

Guardo a destra e la pista da sci di fondo comincia a intravedersi.

Gli alberi mi circondano, tutti alti e dritti, sono piazzati a distanza regolare uno dall’altro.

Il vento si è calmato, possiamo toglierci il cappuccio, uscire dalla fila indiana e iniziare a muoverci autonomamente, niente più lacci! Giù la maschera, gli occhiali annebbiati non servono più, adesso ci vedo bene senza, posso guardare quello che ho attorno senza timore e il bosco fa lo stesso con me e mi indica la strada.

“La pista di Falun è simile ma potrei anche essere a Pozza o al lago di Tesero” pensai ma quello che contava non era dove mi trovavo ma che era quella la strada giusta per arrivare a destinazione.

A quello skilift, a quelle agevolazioni che mi avrebbero portato ancora più su e senza le difficoltà affrontate fino a quel momento: finalmente sarebbe stato tutto molto più semplice, ora.

In lontananza scorgo un’azalea di un bianco immacolato, slanciata e armoniosa che quasi mi toglie il poco fiato rimasto, per la totale assenza d’impurità, per la sua freschezza e per il suo sorriso.

Forse non è un’azalea ma una verità, che mi appare più alta man mano che mi avvicino.

È ricoperta di grappoli di fiori, vellutati di un bianco candido, e più spessi di quelli delle altre azalee e delle altre verità non ancora appassite alla luce dell’incongruenza.

Adesso è tutto chiaro, il lago ghiacciato, la fila indiana, le labbra screpolate, il vento, la neve, il freddo sono ormai alle spalle, ora posso vedere gli abeti e la pista da fondo non per caso ma perché sono arrivato fin qui, rischiando e restando fedele a dei principi, mantenendo coerenza quando sarebbe stato facile non farlo ma si sa, la scelta più facile rende la vita difficile e viceversa, per cui è bello avvicinarsi ora a quell’azalea, prenderla con me e salire su in vetta con lo skilift.

Il resto lo lascio alla vostra fantasia, sarà una azienda’ un amore? Una vittoria?

Quante difficoltà si incrociano nel nostro cammino? Tutti noi ne abbiamo trovate a bizzeffe e le abbiamo affrontate. Alcune volte abbiamo vinto, in altre occasioni abbiamo solo fatto un’“esperienza” diversa e l’abbiamo messa nello zaino.

Quello zaino che invece di pesare di più, magicamente ogni volta si alleggerisce perché mentre fai esperienza capisci che puoi permetterti, anzi devi lasciar andare il superfluo, l’inutile, il tossico.

Questo ti può permettere di raggiungere destinazioni impensabili prima, proprio come quelle che erano nelle intenzioni di chi ha scritto la dichiarazione d’indipendenza americana ma si sa, la coerenza è un animale sacro, molto raro e difficile da allevare.

L’amico Guglielmo, già coach per diritto in virtù dei trofei vinti, mi rinfresca l’orgoglio con il suo pensare inglese praticamente perfetto, col senso di queste frasi:

“We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.”

E da qui, con Adriana, Serena e altri studenti dell’Academy ci siamo inoltrati in un lungo filosofeggiare sull’importanza di dare seguito alle parole proprio come facciamo noi quando definiamo coi nostri coachee gli obiettivi che, come ho imparato a dire da qualche anno, sono quelli giusti solo se riesci a metterli in una “carriola” e se quando li raggiungi davvero “tiri il cassettone”.

Quello che non possono dirci gli amici Sioux, Mohicani, Cayuga, Mohawk o qualsiasi altra tribù di nativi americani che si sono visti depredare di terre, vita, riti e virtù proprio come in precedenza era successo qualche migliaio di chilometri più a sud a causa dell’invasione spagnola, in barba ai concetti appena espressi nella frase originale scritta qui sopra.

È vero, siamo un tipo di animale dotato di buone intenzioni e altrettanta energia che non sempre va nella stessa direzione a causa di alcuni stop neurologici che ci allontanano dal binario della coerenza per farci viaggiare spediti su quello dell’ipocrisia e della convenienza.

Fortuna vuole che, anche se in colpevole ritardo, da qualche anno stiamo andando verso il totale smascheramento sociale culturale profondo e in questo le conoscenze che compongono la disciplina del coaching, ci aiuteranno tantissimo a farci avvicinare davvero a ciò che siamo realmente e a quella che è la migliore versione di noi stessi.

Così in futuro abbiamo qualche speranza che promesse come quelle fatte quel 4 luglio siano mantenute e non sia necessaria una nuova pandemia e una giovane ambientalista svedese a ricordarci che possiamo riuscire ad essere coerenti e mantenere le buone intenzioni, portando in cima ai nostri valori delle immacolate azalee.

Buona estate a tutti voi ?

Riprogrammare mentalmente le esperienze vissute

Riprogrammare mentalmente le esperienze vissute

Quasi 2000 metri sul livello del mare, un bello stare, un belvedere. Silenzio e meditazione e tanto altro perché in queste vallate, in questi pendii, spesso nascosti dalle nebbie, in un paesaggio irreale, si narra che si nasconda il Signore della Terra, padrone delle nuvole e della pioggia. E’ qui che vivono gli ultimi discendenti delle potenti dinastie Maya. Qui non solo i funghi dilatano lo spirito ma anche il tabacco verde o l’acquavite di agave. Le strade si inerpicano e vicino a Chiapa de Orzo ecco il Canyon del Sumidero, chilometri di acque verdi e azzurre contenute in pareti altissime di roccia che le vertigini ancora mi vengono.

Continuiamo sempre verso l’alto dove ci sono i villaggi indigeni del Chiapas e ogni volta che scendiamo dal nostro mezzo troviamo il sorriso dei puffetti locali con i loro “dopo de la chiesa, dopo de la chiesa” a implorare un attimo per un dono qualsiasi. chewing gum, matite o anche solo acqua fresca. Era l’agosto del ‘96 quindi sono passati ormai ben 25 anni da quella esperienza in terra messicana. Era il tour che andava a sancire di fatto con la società la mia autonomia, ero finalmente sposato, avevo una bella moglie, giovane, stavo facendo il mio viaggio di nozze, avevo un buon lavoro, passioni e amici in quantità e stavo per fare il salto di qualità. Avrebbe dovuto essere l’inizio glorioso di una relazione unica che invece nel tempo si è trasformata in una logorante e patetica guerra di potere. Se penso che quello è stato l’inizio della fine potrei associare dolore e sofferenza a quei ricordi. Eppure di quei momenti oggi ho invece un ricordo indelebile e bellissimo. Ogni volta che torno con la mente al Chiapas, San Cristobal de Las Casas, Mérida, Palenque… sul viso mi compare sempre un gran sorriso. Ma non è stato sempre così. Per tanto tempo ho dato potere nella mia vita al fallimento del mio matrimonio. Tutte le battaglie quasi quotidiane, i silenzi, gli sguardi in cagnesco, la distanza, la solitudine. I dissapori seguivano ogni scelta, ogni decisione. Il sapore acre della sconfitta si è fatto sempre più forte finché finalmente ho avuto il coraggio di dire basta e ricominciare di nuovo. Per tutto questo tempo ho permesso al mio fallimento di offuscare quanto di bello avessi saputo creare anche in quel periodo. Dopo anni adesso finalmente ho scoperto come isolare la bellezza dei ricordi e questo grazie alla capacità di riprogrammare mentalmente le esperienze vissute.

Nel mio piccolo sto facendo lo stesso con le tante persone che seguo, nei percorsi di coaching individuale o nei corsi di formazione dell’Academy e mi piacerebbe dirtelo ogni giorno: sai com’è possibile riuscire a cambiare il corso della vita? Sai cos’è che funziona davvero? La sincerità emozionale, dirsi la verità sul serio. Il lavoro di un coach è importante ma è necessario che sia TU a volerlo, a chiederlo a te stesso. La risposta farà la differenza e ti darà una marcia in più per cominciare ogni giornata. Quello che ho fatto è stato prendere atto della realtà, smettere di piangermi addosso per delle scelte sbagliate o odiare le persone che mi facevano soffrire. Smettere di dirmi che tutto sommato poteva succedere di peggio o che “…chissà, prima o poi, speriamo che…” No, se non vuoi non succede. Quando vuoi realmente una cosa solo allora succede. Questo è ciò a cui mi riferisco e che a me sta molto a cuore: fare i conti con la realtà! Nulla è più importante della comprensione del suo funzionamento. Capire qual è il punto da cui partire per studiare una strategia diversa per ottenere un finale della storia diverso è fantastico e fondamentale. La vita è un viaggio, tortuoso o lineare ma sempre un viaggio E la strada è quella che decidi tu, superando ostacoli, scalando montagne e aggirando canyon. Salendo viuzze ripide, navigando in oceani di bellezza e divertimento, bevendo cocktail di armonia, delusione, conditi da brividi d’amore. In ogni caso è proprio come se ogni volta si dovessero superare dei livelli. Anzi hai mai pensato alla tua vita come a un videogame con tanto di nuovo enigma di livello da risolvere? Ognuno di questi livelli ti permetterà di accumulare nuova esperienza, la stessa che ti porterai dietro fino alla fine della partita. Risolvendo rompicapi e collezionando esperienza potrai migliorare costantemente i tuoi processi decisionali, per raggiungere i livelli successivi mentre la posta in gioco si farà sempre più alta.

Nel viaggio ti assaliranno mille emozioni. Alcune potranno aiutarti, altre ti danneggeranno. Riuscire a conciliare logica ed emozioni per orientare l’azione ti permetterà di prendere decisioni migliori. Imparare ad accettare come funziona la realtà, visualizzare e sviluppare il tuo percorso è un’esperienza entusiasmante. E’ vero, può anche metterti nella condizione di fallire ma questo è un bene. Riuscire a fallire è sempre un successo perché quando te ne accorgi e lo ammetti, in realtà significa che hai appena superato un livello.

Entra nel circolo di feedback dell’apprendimento, metti in prospettiva il dolore e in leva la felicità solo così apprezzerai il piacere di crescere! E adesso sei pronto per un nuovo viaggio? Dall’altra parte del lago, proprio di fronte a due vulcani inattivi, parte un lungo sentiero all’imboccatura di un piccolo fiordo. Il freddo è pungente e le mie labbra sono ormai spaccate, le mani sono gelide e faticano a stringere il bastone e la fune che ci lega, ogni passo, lento, sento un dolore lancinante alla schiena ma sorrido … è un’altra storia

È la mia vita

E’ la tua vita

E’ la vita.

Luca Paoli

La gestione del successo

La gestione del successo

Mi capita spesso di scrivere articoli densi di tecnica e approfondimenti specifici sulle paure e sul cambiamento, oggi, inevece, voglio andare su un altro versante.

Quello della messa in pratica delle strategie fornendoti qualche spunto su come esercitarti in questo periodo di nuova libertà.

Una delle cose che accomuna la maggior parte delle persone che si rivolgono a un mental coach è la voglia di andare oltre i risultati già raggiunti, il desiderio di fare un salto di qualità, di passare all’azione nonostante limiti, età, paure, difficoltà.

Perché è questo ciò che aggiunge valore alla nostra vita, non credi? 

“E’ proprio quando progrediamo che ci sentiamo vivi”, diceva il saggio, e sai perché?

Perché questo significa mettersi in gioco: guardare in faccia i nostri limiti, le nostre paure e decidere di non farci condizionare nelle nostre scelte e tantomeno dal nostro passato.

Sono quei momenti che, nell’arco di una vita si sentono forti dentro più di una volta, o anche una soltanto, perché magari è quella definitiva e ti farà fare il salto di qualità.

Proprio quella che potresti fare tra poco.

Quelli della crescita, del progresso, sono quei momenti in cui mettiamo l’azione al primo posto, e diamo il massimo per creare le condizioni affinché i cambiamenti che vogliamo accadano, come se fosse l’unica soluzione possibile.

Sono quelli in cui intimamente ricerchi la vera libertà.

Ok, dirai, tutto vero, tutto bello ma che significa in soldoni? Come si fa, in che modo posso riuscirci?

Hai dei consigli da darmi?

Ci sto! Ecco qua un semplice esercizio, che puoi fare già adesso, proprio in questo periodo dell’anno, che può aiutarti a capire meglio da dove partire.

Rifletti il tempo necessario e poi scegli quale di queste opzioni è più vicina a te, così avrai maggiori informazioni per capire cosa ti ostacola nel realizzare ciò che vuoi:

1.   Sei il tipo che vuole tutto e subito?

2.   Sei uno di quelli che non riesce a pianificare?

3.   Ti fissi solo su una cosa da non riuscire a fare altro?

4.   Vuoi fare troppe cose contemporaneamente?

5.   Riesci a visualizzare il tuo obiettivo ma poi non passi all’azione?

6.   Vuoi fare sempre tutto da solo?

7.   Hai visualizzato in passato dei fallimenti che ti impediscono di agire?

Tutti noi abbiamo dei modi per limitarci o le nostre strategie per auto-sabotarci e fallire, (vedi libro Sblockdown cap.II ) e quelli che ti ho fatto qui sono solo alcuni esempi: il segreto è riconoscerli, per cambiare rotta e andare avanti.

Adesso che hai individuato ciò che più ti frena e ti fa sbagliare direzione, puoi cominciare a dirigerti invece nel versante giusto, quello delle soluzioni.

Anche in questo caso però sapere cosa si deve fare non è sufficiente, è necessario invece avere degli strumenti e delle strategie vincenti per farlo in modo utile per te.

E allora eccomi qua, di nuovo con un semplice esercizio che ti potrà aiutare.

Si tratta di uno strumento semplice e allo stesso tempo incredibilmente potente da applicare ogni volta che non raggiungi un obiettivo e vuoi capire come rimediare.

Come ho detto prima, invece di focalizzare i tuoi pensieri sul risultato mancato, poniti delle domande guida.

Facendo questo sposterai la tua attenzione su come stai quando raggiungi risultati che ti soddisfano, e potrai quindi replicare con piena consapevolezza quelle stesse azioni e comportamenti tutte le volte in cui non ce la farai, ti sentirai sfiduciato e poco incentivato a continuare.

Siccome non so ancora quale sia l’ambito che più ti preme, ti invito a pensare intensamente a quando fai qualcosa che ti riesce particolarmente bene sul lavoro, nella cura della tua salute, della forma fisica o nel rapporto con i tuoi figli o con chi ami…e in queste brevi domande guida qui sotto, ti chiedo:

1.   Come respiri? lentamente, in modo tranquillo, velocemente?

2.   Com’è la tua postura? Hai la schiena dritta, petto in fuori, sei sciolto? 

3.    Che sensazioni provi? Adrenalina, orgoglio, entusiasmo, gratitudine, gioia?

4.    Come si muove il tuo corpo? Fai gesti energici o semplici, cammini con passo sicuro?

5.    Cosa pensi e cosa dici a te stesso? Che sei forte, sei in gamba, bravo, che sei riuscito in una cosa difficile, che niente può impedirti di riuscire?

Ti do la mia parola: spostando la tua attenzione su ciò che ha funzionato nei momenti vincenti della tua vita, porterai il tuo cervello a replicare quegli stessi schemi e a riuscire laddove non ce l’hai fatta finora, o almeno non nel modo in cui avresti voluto.

Questa è solo una delle tecniche per spingere sull’acceleratore dei tuoi obiettivi superando ciò che ti blocca o ti fa paura. 

Quando vorrai testare con mano su di te anche il resto, sarò felice di fartelo provare.

Buona libertà.

Luca Paoli