Il guerriero amico

Il guerriero amico

Arriva il bel tempo, la primavera e poi l’estate e si possono fare tantissime cose splendide, specialmente adesso che il colore delle nostre zone tende al bianco
Per me è soprattutto il momento in cui posso godermi al massimo il mio giardino.
Mi piace coccolarmi nel verde, tra i cipressi, la magnolia, il fico e i cedri del libano.
Tra i profumi del gelsomino e i colori delle begonie, delle surfine e delle ultime stoiche pansè.

 

 

La mattina presto faccio gli esercizi e la sera tardi quando torno mi guardo il sole che scende.
A volte mi concedo un po’ di più e il caldo arriva tosto ma penso che sono sempre un privilegiato e torno immediatamente ad amare questo clima, specialmente quando mi rendo conto che il tempo è dalla mia parte.

 

 

O almeno, lo è da quando ho capito alcune cose fondamentali su come funzionano le menti.
Come ad esempio il fare fluire, permettere alle cose, ai profumi, ai pensieri, ai ricordi, alle sorprese, alle immagini o al caso, di investirti.
In modo gentile, educato, assaporando quello che di bello ti dà la vita.
Come stavolta mentre cercavo un’ispirazione per scrivere il mio piccolo contributo settimanale alla crescita personale.
Stavolta, a proposito del lasciar fluire, tutto è cominciato con un cruciverba.

 

 

27 verticale (il 27, numero potente assoluto: la trinità al cubo!!!), 5 lettere: “J. Cook amava chiamarle isole degli amici”.
Sono fortunato, ho pensato, ed è stato semplice dare la risposta esatta perché ne parlavo con un amico rugbista proprio pochi giorni fa, di quanto siano forti in questo sport gli abitanti di Tonga.
Sì, perché proprio di questi omoni polinesiani parlava il grande esploratore, e cartografo, James Cook definendoli “persone di grande statura, in genere dotati di immensa forza e ampi sorrisi”.

 

 

Ecco che nella mia mente si propone un’immagine dove la forza non necessariamente serve per aggredire, combattere o distruggere.
L’omone non è un guerriero del quale avere timore ma un amico dal quale ricevere protezione.
Non so perché ma al termine “guerriero” in passato associavo l’immagine iconica della persona violenta che combatte, uccide e conquista territori e persone senza interrogarsi sul motivo e solo per il piacere di farlo.
Solo da qualche anno, dopo aver visto un sacco di film, letto libri e ascoltando riflessioni evolute in molti corsi ai quali ho partecipato, ho iniziato a modificare la mia convinzione.

 

 

In pratica nella mia mente si è sfocata via via l’immagine del guerriero violento con spada e armatura ed è subentrata, lieve, quella attuale del guerriero positivo, portatore di pace e protezione.

 

 

Perché si può essere guerrieri positivi lottando per una causa nella quale si crede fortemente, facendo sacrifici importanti per quell’obbiettivo.
Non fermandosi di fronte alla difficoltà e facendo in modo che la paura sia un alleato e non un ostacolo.
Perché chi ha dentro di sé quest’anima guerriera ha ben chiaro che il futuro non è garantito, ma va conquistato.
L’ armatura non si vede ma c’è ancora e forse è ancora più robusta di prima.
Una immaginaria maglia d’acciaio intrecciata di orgoglio, amor proprio, convinzioni potenzianti e sicurezza dei propri ideali.
Quando incontri una persona così te ne accorgi subito dallo sguardo, dalla sua postura, dal suo ritmo e dal suo sorriso.
Te ne accorgi da come affronta le situazioni.

 

 

Ho notato come molte persone tendano a guardare chi ottiene fama e successo e lo idealizzano.
Pensano che quella persona abbia addirittura dei poteri particolari, capacità e risorse di cui solo pochi sono stati dotati. Proprio come i guerrieri della nostra immaginazione, le fate turchine o i Super Eroi in costume.
Ma non è così: queste persone, questi guerrieri, tutti coloro che ci proteggono e ci illuminano sono esattamente come noi, né più né meno.
Magari giocano a rugby in modo divino, scrivono frasi che restano per sempre, ti abbracciano e sorridono come mai nessuno prima ma sono persone, proprio come te.
Sono l’atteggiamento mentale, le competenze acquisite e le azioni messe in gioco a fare in modo che ottengano il successo dove altri falliscono.
Sono guerrieri positivi perché riescono a usare il proprio potere personale, quello che è alla portata di qualsiasi individuo.
E quello che ogni mental coach che si rispetti deve fare è proprio questo: portare alla luce, estrarre il potere unico che è dentro ognuno dei nostri coachee.

 

 

È bello e potente pensare di avere un guerriero amico dentro di te, che con un grande sorriso ti accoglie come fecero gli abitanti di Tonga con James Cook: “persone di grande statura, dotati di immensa forza e ampi sorrisi”.

Sarà come dare un volto alla tua forza interiore, quel volto che ti proteggerà dalle sconfitte e dalle intemperie

Luca Paoli 

 

Riprogrammare mentalmente le esperienze vissute

Riprogrammare mentalmente le esperienze vissute

Quasi 2000 metri sul livello del mare, un bello stare, un belvedere. Silenzio e meditazione e tanto altro perché in queste vallate, in questi pendii, spesso nascosti dalle nebbie, in un paesaggio irreale, si narra che si nasconda il Signore della Terra, padrone delle nuvole e della pioggia. E’ qui che vivono gli ultimi discendenti delle potenti dinastie Maya. Qui non solo i funghi dilatano lo spirito ma anche il tabacco verde o l’acquavite di agave. Le strade si inerpicano e vicino a Chiapa de Orzo ecco il Canyon del Sumidero, chilometri di acque verdi e azzurre contenute in pareti altissime di roccia che le vertigini ancora mi vengono.

Continuiamo sempre verso l’alto dove ci sono i villaggi indigeni del Chiapas e ogni volta che scendiamo dal nostro mezzo troviamo il sorriso dei puffetti locali con i loro “dopo de la chiesa, dopo de la chiesa” a implorare un attimo per un dono qualsiasi. chewing gum, matite o anche solo acqua fresca. Era l’agosto del ‘96 quindi sono passati ormai ben 25 anni da quella esperienza in terra messicana. Era il tour che andava a sancire di fatto con la società la mia autonomia, ero finalmente sposato, avevo una bella moglie, giovane, stavo facendo il mio viaggio di nozze, avevo un buon lavoro, passioni e amici in quantità e stavo per fare il salto di qualità. Avrebbe dovuto essere l’inizio glorioso di una relazione unica che invece nel tempo si è trasformata in una logorante e patetica guerra di potere. Se penso che quello è stato l’inizio della fine potrei associare dolore e sofferenza a quei ricordi. Eppure di quei momenti oggi ho invece un ricordo indelebile e bellissimo. Ogni volta che torno con la mente al Chiapas, San Cristobal de Las Casas, Mérida, Palenque… sul viso mi compare sempre un gran sorriso. Ma non è stato sempre così. Per tanto tempo ho dato potere nella mia vita al fallimento del mio matrimonio. Tutte le battaglie quasi quotidiane, i silenzi, gli sguardi in cagnesco, la distanza, la solitudine. I dissapori seguivano ogni scelta, ogni decisione. Il sapore acre della sconfitta si è fatto sempre più forte finché finalmente ho avuto il coraggio di dire basta e ricominciare di nuovo. Per tutto questo tempo ho permesso al mio fallimento di offuscare quanto di bello avessi saputo creare anche in quel periodo. Dopo anni adesso finalmente ho scoperto come isolare la bellezza dei ricordi e questo grazie alla capacità di riprogrammare mentalmente le esperienze vissute.

Nel mio piccolo sto facendo lo stesso con le tante persone che seguo, nei percorsi di coaching individuale o nei corsi di formazione dell’Academy e mi piacerebbe dirtelo ogni giorno: sai com’è possibile riuscire a cambiare il corso della vita? Sai cos’è che funziona davvero? La sincerità emozionale, dirsi la verità sul serio. Il lavoro di un coach è importante ma è necessario che sia TU a volerlo, a chiederlo a te stesso. La risposta farà la differenza e ti darà una marcia in più per cominciare ogni giornata. Quello che ho fatto è stato prendere atto della realtà, smettere di piangermi addosso per delle scelte sbagliate o odiare le persone che mi facevano soffrire. Smettere di dirmi che tutto sommato poteva succedere di peggio o che “…chissà, prima o poi, speriamo che…” No, se non vuoi non succede. Quando vuoi realmente una cosa solo allora succede. Questo è ciò a cui mi riferisco e che a me sta molto a cuore: fare i conti con la realtà! Nulla è più importante della comprensione del suo funzionamento. Capire qual è il punto da cui partire per studiare una strategia diversa per ottenere un finale della storia diverso è fantastico e fondamentale. La vita è un viaggio, tortuoso o lineare ma sempre un viaggio E la strada è quella che decidi tu, superando ostacoli, scalando montagne e aggirando canyon. Salendo viuzze ripide, navigando in oceani di bellezza e divertimento, bevendo cocktail di armonia, delusione, conditi da brividi d’amore. In ogni caso è proprio come se ogni volta si dovessero superare dei livelli. Anzi hai mai pensato alla tua vita come a un videogame con tanto di nuovo enigma di livello da risolvere? Ognuno di questi livelli ti permetterà di accumulare nuova esperienza, la stessa che ti porterai dietro fino alla fine della partita. Risolvendo rompicapi e collezionando esperienza potrai migliorare costantemente i tuoi processi decisionali, per raggiungere i livelli successivi mentre la posta in gioco si farà sempre più alta.

Nel viaggio ti assaliranno mille emozioni. Alcune potranno aiutarti, altre ti danneggeranno. Riuscire a conciliare logica ed emozioni per orientare l’azione ti permetterà di prendere decisioni migliori. Imparare ad accettare come funziona la realtà, visualizzare e sviluppare il tuo percorso è un’esperienza entusiasmante. E’ vero, può anche metterti nella condizione di fallire ma questo è un bene. Riuscire a fallire è sempre un successo perché quando te ne accorgi e lo ammetti, in realtà significa che hai appena superato un livello.

Entra nel circolo di feedback dell’apprendimento, metti in prospettiva il dolore e in leva la felicità solo così apprezzerai il piacere di crescere! E adesso sei pronto per un nuovo viaggio? Dall’altra parte del lago, proprio di fronte a due vulcani inattivi, parte un lungo sentiero all’imboccatura di un piccolo fiordo. Il freddo è pungente e le mie labbra sono ormai spaccate, le mani sono gelide e faticano a stringere il bastone e la fune che ci lega, ogni passo, lento, sento un dolore lancinante alla schiena ma sorrido … è un’altra storia

È la mia vita

E’ la tua vita

E’ la vita.

Luca Paoli