La gestione dello stato d’animo

La gestione dello stato d’animo

Quando in Oneand Academy abbiamo creato We Coach, il percorso introduttivo alla professione di mental coach, abbiamo deciso fin da subito di dedicare un’intera lezione alla gestione dello stato d’animo.

È sempre stata una sessione particolarmente emozionante e coinvolgente per gli argomenti che tratta e per le importanti rivelazioni che contiene oltre che, ovviamente, per la passione trasmessa dal trainer. Ascoltandola e vedendo le reazioni dei partecipanti, mi è venuto lo spunto per parlare oggi attraverso le pagine di questa rubrica, di quanto sia importante conoscere quella che da tutti viene ormai definita la cartina tornasole delle capacità intellettive dell’essere umano.

Nei giorni scorsi, nell’attuale edizione di questo percorso trasformazionale che ogni volta andiamo a perfezionare, un nostro coach, Alessandra, ha tenuto quella che  reputo una delle migliori performance tecniche su questo argomento. Il Q.I. (quoziente intellettivo). Questo non è più considerato come unico criterio di giudizio attendibile: avere un punteggio alto non significa necessariamente che si avrà successo nella vita.

Il fattore determinante, quello che è effettivamente più sviluppato nelle persone efficienti, è l’intelligenza emotiva che, in sostanza, è un aspetto dell’intelletto legato alla capacità di riconoscere, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie emozioni e quelle degli altri.

Il saper distinguere tra le varie sensazioni e sentimenti permette di utilizzare queste informazioni per guidare utilmente i propri pensieri e le proprie azioni. Come dicevamo anche in uno degli scorsi articoli, sono state scientificamente riconosciute, e riconoscibili, nell’ambito del linguaggio non verbale, 6 emozioni base:

FELICITA’

TRISTEZZA

DISGUSTO

PAURA

RABBIA

SORPRESA

Da ciascuna di queste 6 emozioni ne nascono tantissime altre, con sfumature graduali che definiscono altrettanti stati.

Sono oltre cento quelle che finora sono state catalogate e chissà quante altre ne saranno individuate col proseguo degli studi.

Per intenderci, volgarmente ognuna di queste emozioni la puoi immaginare come uno stato di attivazione, uno stato che coinvolge l’organismo ed influenza il modo in cui si elaborano le informazioni, permettendoci di attribuire un significato a ciò che ci succede.

Ecco perché taluni reagiscono in un modo incomprensibile a noi e viceversa: abbiamo semplicemente un diverso grado di intelligenza emotiva. Essere appassionati di P.N.L., neuroscienze o di analisi transazionale certamente aiuta ma credetemi, il concetto è molto più semplice di quello che sembra: siamo un insieme di cellule attraversate continuamente da energie di vario tipo che creano passaggi di sostanze chimiche nel nostro corpo che determinano ciò che proviamo.

Qui, secondo me, è racchiuso il senso profondo della nostra esistenza: l’uomo non esisterebbe senza emozioni. Tutto come sempre parte dalla testa, in particolare la stanza dei bottoni è nel sistema limbico che è la parte del cervello dove hanno sede, appunto, le emozioni.

Ogni volta che questa parte del cervello trasmette uno stimolo ad altre aree cerebrali, questo attraversa le stesse reti su cui transitano le nostre emozioni. Ogni stimolo porta quindi con sé un carico emozionale: l’intelligenza emotiva ci consente di gestirlo al meglio per permetterci di adattare le nostre azioni alle situazioni. Non esiste, quindi, solo un quoziente di tipo cognitivo, il Q.I., ma ne esiste un altro, di pari se non superiore importanza, di tipo emotivo– relazionale, che ci consente di capire meglio chi siamo e di interagire in modo più efficace con gli altri.

In questo senso è pertanto facile comprendere come per avere successo e benessere nella vita in genere occorra disporre di un buon quoziente emotivo che ci consenta di essere competenti soprattutto anche da un punto di vista relazionale. Pensate proprio alla riapertura e a tutte queste discussioni erette sulla paura di tornare ad essere vicini, interagire, annusarsi, chiacchierare… toccarsi e baciarsi, guardarsi negli occhi e prendersi per mano… Vivere normalmente, insomma. Pensate a come le emozioni, questa dote unica nel regno animale, unica su questo pianeta fantastico che ci ospita, possa cambiarci il senso delle cose e della vita.

Possedere intelligenza emotiva significa, dunque, avere una maggior consapevolezza delle proprie emozioni e di conseguenza avere anche una maggiore conoscenza di sé stessi. Appunto questo è uno dei punti cardine dal quale può nascere la tua crescita personale e quindi conoscere sé stessi risulta in ogni senso, fondamentale. Lo è perché solo in questo modo puoi migliorare la tua intelligenza emotiva e produrre emozioni intelligenti. Lo puoi fare riconoscendo i sentimenti che provi durante la giornata, provando a dargli un nome preciso e cercando di comprendere veramente da quali avvenimenti sono generati.

Puoi farlo iniziando a prendere in considerazione i segnali del tuo fisico e capire se provengono da alcune emozioni che stai provando. Puoi farlo evitando di giudicarti per le emozioni che provi, anche per quelle più brutte e migliorarti trovando un modo per reagire ad esse. Un altro metodo per migliorarti è saper ascoltare in modo proattivo considerando i punti di vista altrui così da sintonizzarti con altre persone per essere mentalmente aperti a tutto. Poi la cosa più importante di tutte, quella che io consiglio in modo spassionato: tendere ad essere emotivamente onesti, essere profondamente se stessi, lasciando trasparire per intero il proprio stato emotivo, affinché gli altri lo riconoscano più facilmente e tu possa capire in che tipo di ambiente vivi e poter capire se è quello che vuoi ancora o è meglio cambiarlo. Le emozioni guidano le persone e le persone guidano le performance, per cui non esiste un reale benessere per l’individuo senza la consapevolezza di questo.

 

Luca Paoli

Sua maestà…L’Amore

Sua maestà…L’Amore

Dopo aver scritto questo articolo mi sono chiesto più volte se era il caso di proporlo;

Forse per San Valentino avrebbe avuto maggior senso, mi son detto.

Invece dopo ho pensato: che me ne frega di San Valentino? si sta parlando del sentimento più bello in assoluto. Quello che “move il sol e l’altre stelle”.

E se lo dice il sommo poeta chi sono io per pensare che non sia il luogo e il momento adatto per parlarne?

Una volta qualcuno mi ha detto che le “relazioni sono tutte magiche perché hanno in sé delle proprietà chirurgiche e una potenza medicamentosa. Nel bene e nel male”.

Possono cioè portare delle portentose guarigioni oppure, se il medico è pietoso, a volte possono infettare la piaga.

Certi rapporti purtroppo, si rivelano nel tempo come delle sale di tortura emozionale eppure sono sempre più dell’idea che le relazioni dipendano principalmente da noi, da come ci si approccia.

Quando lo fai con amore vero, queste possono portare non solo guarigione ma anche miglioramento nella vita di entrambi.

Chi amiamo, non importa se per poco tempo o per molto, diventa come una sorta di angelo custode, una guida e un riferimento. E lo stesso vale per l’altra persona.

Verso questi angeli prima o poi accade però una cosa strana e cioè che dentro cresce una sensazione strana, di qualunquismo, fatalismo. Una sensazione che prima o poi fa diventare tutto scontato.

Invece è bene rendersi conto che sulla terra esiste solo un esiguo numero di angeli custodi per ciascuno di noi e quindi è bene evitare di fare questo errore. Dobbiamo evitare di dare la loro presenza come scontata.

In qualche momento, anche solo per un attimo verso queste persone c’è stato amore.

Siamo stati tutti innamorati e riconoscere che questa è una grande fortuna e un piacere che possiamo dare al nostro cuore ci rende più vivi.

Sono molte le persone che invece adesso non hanno questa fortuna.

Persone che non hanno ancora trovato qualcuno da amare o da cui farsi amare oppure che, avendolo trovato, l’hanno poi perso. Nel senso più ampio del termine.

Fate in modo che ciascun momento trascorso con la persona che amate sia speciale e meraviglioso, concedetevi il permesso di essere voi stessi e dire all’altra persona veramente ciò che provate, almeno di tanto in tanto.

Fate in modo di tenere a mente sempre che ciò che conta veramente non sono le piccole cose per cui ci accapigliamo ma il fatto che, un giorno, avete posato gli occhi su di loro e loro su di voi e c’è stato qualche istante di sfavillante magia. La magia dell’amore.

Lasciate che il pensiero di questa magia stia con voi sempre di più, così da comprendere cosa significhi condividere il piacere della vera intimità.

Renditi responsabile di portare consapevolezza dentro di te, che quello che hai provato è stato qualcosa di grande e che se anche adesso sono passati anni e tante cose non sono più quelle di prima, se qualche ruga si fa strada sul tuo sorriso, qualche acciacco disturba la quotidianità e i pensieri si fanno a volte in salita, hai avuto o hai la grande fortuna di conoscere il più potente, il più illuminante dei sentimenti: l’amore.

Se poi in questo momento sei single fai che sia lo stesso e datti aperture verso il futuro, che niente ancora è scritto che tu non voglia.

Ho conosciuto tante di quelle persone che a prescindere dall’età si davano già per persi nei confronti delle proprie relazioni. In realtà erano proprio come te, persone speciali che avevano solo perso la speranza e la forza di credere in un futuro migliore.

La ricerca e la scelta di cambiare strada, avendo accanto persone positive, che possano aiutarle, le hanno portate di nuovo a credere che potranno incontrare una persona speciale come loro.

Cosa che per molti puntualmente è già successa, quasi come se esistesse una legge d’attrazione (!) alla quale non ci si può sottrarre.

Svegliarsi con a fianco l’amore della vostra vita, e sentirsi da Dio, o svegliarsi da soli, ma stare a meraviglia perché la vostra vita è costellata di persone positive, che vi hanno a cuore e vi amano teneramente, non ha prezzo.

Quando lasci fluire amore, l’altro cuore lo capisce e si unisce a te nel viaggio, qualsiasi esso sia.

Un viaggio che potrai fare all’interno di una cornice di amicizia, collaborazione, passione, lavoro, famiglia, sport…

Non c’è cornice della vita che non possa accogliere sua maestà l’Amore.

La cornice in questione te la dà la vita poi sta a te dipingere il quadro del tuo viaggio.

Luca Paoli

Pensieri e propositi per una vita a misura… d’uomo

Pensieri e propositi per una vita a misura… d’uomo

Giusto qualche giorno fa uno degli allievi della Oneand Academy, la nostra scuola di coaching e benessere, ha fatto un interessante post in cui parlava di Abraham Maslow.

E chi è costui, direte voi? È stato uno dei geni del secolo scorso, uno di quelli che ha contribuito con le sue teorie, a implementare strategie di vita più consapevole. Dei suoi studi ne trovi traccia in molti ambiti, nel marketing, in neurologia, psicologia sociale, antropologia culturale, sociologia ecc… per me è stato illuminante incontrare le sue riflessioni e teorie sui bisogni circa 30 anni fa;  fu allora che iniziai a definire meglio il disegno che avrei voluto per la mia vita, fu allora che decisi che sarei riuscito a “svoltare”, sia come ruolo che compito sociale. Ovvio che come sempre dipende da come interpreti ciò in cui ti imbatti.

Ad esempio, una delle frasi di Maslow che più mi hanno illuminato è che “Se si pianifica di vivere al di sotto delle proprie potenzialità si rischia di essere infelici per tutta la vita”. E’ una riflessione logica e semplice ma credo che molti possano interpretare questa frase in modo inappropriato, andando verso l’esagerazione nel fare e pensare, nel cercare risultati facili ed immediati.

Credo che molti siano tentati in qualche modo ad insistere in modo ossessivo nel “vivere al massimo, vivere a gonfie vele” producendo, dove serve, un meschino vento artificiale. Ma allora cosa ci indica tra le righe questa frase? Dice una grande verità: il troppo stroppia sempre. Non si deve stare sotto ma nemmeno sopra le proprie possibilità.

Solo se l’Uomo si comporta in linea con le proprie potenzialità, abbinando la ricerca della felicità in equilibrio ed armonia con l’ambiente circostante, riuscirà a raggiungere un livello di benessere profondo, tale da non poter più retrocedere. Ma l’Uomo si comporta così?

Occhio a questa formula: 4,543 × 10^9 anni: sapete cosa dice questa formula? Dice quanti anni ha nostra madre Terra.

E noi, esseri umani, unica razza disadattata all’ambiente, che girovaghiamo irrequieti per qualche decina di anni su di Lei pensiamo davvero di esserne padroni? Pensate un attimo a come ci si deve sentire ad essere calpestati e bistrattati da esserini che si divertono a giocare ai soldatini, al piccolo chimico, al dottore o a chi prega il Dio migliore e immaginate se non vi verrebbe voglia di fare piazza pulita…

È un atto civile che dobbiamo assumerci quello di vivere responsabilmente e attuare tutto ciò che è in nostro potere per farlo in maniera sostenibile. E’ necessario lasciar fluire la sostanza dell’Uomo, senza tenere dentro la magnificenza della quale ci hanno dotati. L’intelligenza, la parola, il pollice opponibile non possono essere solo dei doni, frutto di casualità.

Continuo a credere che siamo destinati a un futuro migliore di quello che ci siamo procurati oggi, per la dabbenaggine o l’egoismo di una minoranza che fin qui ci ha condizionati e soggiogati nella paura. Appunto la paura… Una di quelle più grandi che abbiamo dovete sapere, non è in realtà quella di essere inadeguati, inefficienti, incapaci ma di essere davvero potenti al di là di ogni misura.

Quello che più ci spaventa è la nostra luce, non l’oscurità. L’oscurità prima o poi arriva mentre la luce è dentro ognuno di noi dalla nascita. Riuscire ad esserne consapevoli è ciò che può toglierci da questa sgradevole situazione di stallo, quella che nel coaching viene definita “crisi di autogoverno”. Quel momento in cui, pur sentendo di volersi spostare da un presente non soddisfacente ad un futuro migliore, non si riescono a trovare né l’energia sufficiente, né la direzione giusta per muoversi in maniera efficace. “Non riuscire a stare fermi un istante saltare da un pensiero all’altro da un desiderio all’altro in continuazione, è una maledizione …” diceva un certo Renato Fiacchini… Mi piace l’idea che proprio dall’ annullare questa sorta di maledizione, ripartendo da Zero sapendo cogliere il senso più utile di questa suggestione, ci si possa focalizzare su un nuovo disegno del nostro domani.

Niente più fabbriche di gioia industriale fine a se stessa ma un luogo che ci possa ospitare con rispetto reciproco. Che possa insomma esistere ancora una Terra dove degli esserini disadattati all’ambiente collaborano tra loro per riparare i danni di chi li ha preceduti. Sempre che siamo ancora in tempo… 

La coerenza è un animale sacro

La coerenza è un animale sacro

Dove eravamo rimasti?

Nel C.C. (Coaching Corner se vi piace si può abbreviare così) del numero 70 alla fine stavo tirando una fune con le labbra screpolate dal freddo…

E partendo da quella immagine un po’ in controtendenza con il clima di questi giorni mi piace andare a pescare tra i ricordi qualcosa che può essere utile a chi legge per crearsi delle suggestioni utili a superare le proprie difficoltà.

Dopo quel momento così complicato dove avrei voluto essere dovunque tranne che lì, riuscimmo a superare, seppur con fatica, il passaggio sul lago ghiacciato (di quello si trattava) e anche se ormai col fiato corto e con le forze a fine corsa nonostante la giovane età, finalmente arrivammo ai piedi dell’ultimo strappo, in cima al quale c’era lo skilift che poteva aiutarci a raggiungere il rifugio, che ormai era diventato più un miraggio che un sogno.

Davanti una foresta di abeti, tutti dello stesso colore, la neve si ferma, smette di scendere.

Guardo a destra e la pista da sci di fondo comincia a intravedersi.

Gli alberi mi circondano, tutti alti e dritti, sono piazzati a distanza regolare uno dall’altro.

Il vento si è calmato, possiamo toglierci il cappuccio, uscire dalla fila indiana e iniziare a muoverci autonomamente, niente più lacci! Giù la maschera, gli occhiali annebbiati non servono più, adesso ci vedo bene senza, posso guardare quello che ho attorno senza timore e il bosco fa lo stesso con me e mi indica la strada.

“La pista di Falun è simile ma potrei anche essere a Pozza o al lago di Tesero” pensai ma quello che contava non era dove mi trovavo ma che era quella la strada giusta per arrivare a destinazione.

A quello skilift, a quelle agevolazioni che mi avrebbero portato ancora più su e senza le difficoltà affrontate fino a quel momento: finalmente sarebbe stato tutto molto più semplice, ora.

In lontananza scorgo un’azalea di un bianco immacolato, slanciata e armoniosa che quasi mi toglie il poco fiato rimasto, per la totale assenza d’impurità, per la sua freschezza e per il suo sorriso.

Forse non è un’azalea ma una verità, che mi appare più alta man mano che mi avvicino.

È ricoperta di grappoli di fiori, vellutati di un bianco candido, e più spessi di quelli delle altre azalee e delle altre verità non ancora appassite alla luce dell’incongruenza.

Adesso è tutto chiaro, il lago ghiacciato, la fila indiana, le labbra screpolate, il vento, la neve, il freddo sono ormai alle spalle, ora posso vedere gli abeti e la pista da fondo non per caso ma perché sono arrivato fin qui, rischiando e restando fedele a dei principi, mantenendo coerenza quando sarebbe stato facile non farlo ma si sa, la scelta più facile rende la vita difficile e viceversa, per cui è bello avvicinarsi ora a quell’azalea, prenderla con me e salire su in vetta con lo skilift.

Il resto lo lascio alla vostra fantasia, sarà una azienda’ un amore? Una vittoria?

Quante difficoltà si incrociano nel nostro cammino? Tutti noi ne abbiamo trovate a bizzeffe e le abbiamo affrontate. Alcune volte abbiamo vinto, in altre occasioni abbiamo solo fatto un’“esperienza” diversa e l’abbiamo messa nello zaino.

Quello zaino che invece di pesare di più, magicamente ogni volta si alleggerisce perché mentre fai esperienza capisci che puoi permetterti, anzi devi lasciar andare il superfluo, l’inutile, il tossico.

Questo ti può permettere di raggiungere destinazioni impensabili prima, proprio come quelle che erano nelle intenzioni di chi ha scritto la dichiarazione d’indipendenza americana ma si sa, la coerenza è un animale sacro, molto raro e difficile da allevare.

L’amico Guglielmo, già coach per diritto in virtù dei trofei vinti, mi rinfresca l’orgoglio con il suo pensare inglese praticamente perfetto, col senso di queste frasi:

“We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.”

E da qui, con Adriana, Serena e altri studenti dell’Academy ci siamo inoltrati in un lungo filosofeggiare sull’importanza di dare seguito alle parole proprio come facciamo noi quando definiamo coi nostri coachee gli obiettivi che, come ho imparato a dire da qualche anno, sono quelli giusti solo se riesci a metterli in una “carriola” e se quando li raggiungi davvero “tiri il cassettone”.

Quello che non possono dirci gli amici Sioux, Mohicani, Cayuga, Mohawk o qualsiasi altra tribù di nativi americani che si sono visti depredare di terre, vita, riti e virtù proprio come in precedenza era successo qualche migliaio di chilometri più a sud a causa dell’invasione spagnola, in barba ai concetti appena espressi nella frase originale scritta qui sopra.

È vero, siamo un tipo di animale dotato di buone intenzioni e altrettanta energia che non sempre va nella stessa direzione a causa di alcuni stop neurologici che ci allontanano dal binario della coerenza per farci viaggiare spediti su quello dell’ipocrisia e della convenienza.

Fortuna vuole che, anche se in colpevole ritardo, da qualche anno stiamo andando verso il totale smascheramento sociale culturale profondo e in questo le conoscenze che compongono la disciplina del coaching, ci aiuteranno tantissimo a farci avvicinare davvero a ciò che siamo realmente e a quella che è la migliore versione di noi stessi.

Così in futuro abbiamo qualche speranza che promesse come quelle fatte quel 4 luglio siano mantenute e non sia necessaria una nuova pandemia e una giovane ambientalista svedese a ricordarci che possiamo riuscire ad essere coerenti e mantenere le buone intenzioni, portando in cima ai nostri valori delle immacolate azalee.

Buona estate a tutti voi ?

Il prezzo da pagare

Il prezzo da pagare

Un giorno stavo facendo con un amico uno di quei mega discorsi sul senso della vita quando, a un certo punto uscì fuori una frase che racchiude tutto quello che riguarda la direzione della nostra vita e che mi è rimasta impressa talmente tanto da diventare un mantra:

“Scelte facili, vita difficile. Scelte difficili, vita facile”

Ripensando a quei momenti e alle situazioni che attraversano le persone, consapevolmente o meno, mi sono passati davanti tanti esempi di come si può costruire o distruggere un sogno, una vita, una carriera per avere preso determinate decisioni.

In qualche momento del nostro percorso c’è sempre un prezzo da pagare. A chi e quanto dipende da noi.

C’è chi ha una villa in campagna e una piscina in cui mettere i sorrisi dei propri figli e poi
C’è chi esce di casa la mattina che i figli dormono ancora.

C’è chi stona davanti a una donna per troppo amore e chi si diverte a sfogliarne i sentimenti come margherite da buttare.

C’è chi ancora cuoce a fuoco lento una vendetta e chi si prodiga a freddare animi e parole.

C’è chi sta sul divano tutto il giorno e chi il divano lo sposta di peso con sopra lui, il cane, la suocera e tutto il frigorifero.

Chi ha la pazienza di un giaguaro e chi schizza per aria per il sospiro di un neonato.

Insomma, amici miei, può succedere davvero di tutto nella vita perché noi esseri umani siamo uno spigoloso florilegio di possibilità di essere umani.

Siamo gente strana, gente che ha bisogno di un gol per sentirsi viva, che ha bisogno di patire il sole a mezzogiorno per apprezzare il fresco dell’ombra in giardino.

Siamo gente che ama e odia, crea e uccide, spera e si dispera, risolve o si lamenta e comunque, alla fine, che tu lo voglia o meno, siamo tutti un immenso e geniale fluttuare di cellule ed energia, un insieme di pensieri e di reazioni guidate dagli stati d’animo.

Siamo gente che in un modo o nell’altro, vuole la cima seppure la cima è sempre un po’ più in su e di questi tempi, se ti fermi, il sole ti brucia addosso ancora di più.

Ecco perché fermarsi è deleterio, ecco perché nel movimento c’è la vita.

Anche solo pensando ci possiamo muovere, passando dal pianto al sorriso, dalla disperazione alla fiducia.

Magari il viaggio sarà tortuoso, in altri casi splendido e diretto ma sarà un viaggio e questo stesso è una fortuna perché potrai vedere, toccare, annusare, ascoltare le meraviglie del mondo.

Non tutti hanno la fortuna di poterlo fare e se siamo tra questi ammettiamolo, siamo dei privilegiati.

Non c’è bisogno di essere atleti olimpionici per capire che muoversi, allenarsi e fare sport in genere, è un volano anche per lo sviluppo mentale.

Sviluppo che può passare da scelte dolorose o difficili e che comunque presenteranno un giorno un prezzo da pagare, proprio come quella di babbo Gianni di separarsi dall’omonimo amico nella conduzione della carriera della figlia Larissa.

Chissà se mamma Fiona avrà avuto un ruolo in tutto questo, chissà qual è la ragione vera di questo divorzio. Apparentemente sorprende per come e quando è arrivata, alla vigilia dei giochi di Tokyo, ma possiamo concentrarci su quello che potrà essere invece lo scenario di qui a poco.

Quello che penso tutti desiderano è che la piccola Larissa a breve non sia più ricordata per i biscotti e lo yogurt dello spot ma per le medaglie e i record da portare all’Italia.

E qui in tanti si dimenticano che dietro i risultati ci sono le scelte, le decisioni, i sacrifici… i prezzi da pagare.

Quelli che vorrei tanto non fossero moltiplicati dalle aliquote della gelosia o dell’invidia personale, dell’arrivismo e dell’opportunismo.

I veri sacrifici che un atleta ama davvero fare sono racchiusi nel significato stesso della parola:

Sacrificio = Fare il Sacro!

Questo è quello che accompagna i campioni: sapere che “stanno facendo il sacro” per diventare dei simboli e dei modelli per le persone che non hanno le loro possibilità e penso proprio che possa essere questo il filo conduttore delle scelte di questa giovane predestinata nel DNA a un futuro stellare, senza che il percorso sia condizionato troppo dalle scelte di altri.

Anche se in ogni caso ci sarà un prezzo da pagare, ho la sensazione che lei sappia benissimo che quello lo pagherà sempre e solo lei e che quindi è meglio se è lei a decidere cosa acquistare.

In bocca al lupo piccola lupetta, salta a lungo sulle decisioni e fai della tua vita una gioia.

Luca Paoli

Il guerriero amico

Il guerriero amico

Arriva il bel tempo, la primavera e poi l’estate e si possono fare tantissime cose splendide, specialmente adesso che il colore delle nostre zone tende al bianco
Per me è soprattutto il momento in cui posso godermi al massimo il mio giardino.
Mi piace coccolarmi nel verde, tra i cipressi, la magnolia, il fico e i cedri del libano.
Tra i profumi del gelsomino e i colori delle begonie, delle surfine e delle ultime stoiche pansè.

 

 

La mattina presto faccio gli esercizi e la sera tardi quando torno mi guardo il sole che scende.
A volte mi concedo un po’ di più e il caldo arriva tosto ma penso che sono sempre un privilegiato e torno immediatamente ad amare questo clima, specialmente quando mi rendo conto che il tempo è dalla mia parte.

 

 

O almeno, lo è da quando ho capito alcune cose fondamentali su come funzionano le menti.
Come ad esempio il fare fluire, permettere alle cose, ai profumi, ai pensieri, ai ricordi, alle sorprese, alle immagini o al caso, di investirti.
In modo gentile, educato, assaporando quello che di bello ti dà la vita.
Come stavolta mentre cercavo un’ispirazione per scrivere il mio piccolo contributo settimanale alla crescita personale.
Stavolta, a proposito del lasciar fluire, tutto è cominciato con un cruciverba.

 

 

27 verticale (il 27, numero potente assoluto: la trinità al cubo!!!), 5 lettere: “J. Cook amava chiamarle isole degli amici”.
Sono fortunato, ho pensato, ed è stato semplice dare la risposta esatta perché ne parlavo con un amico rugbista proprio pochi giorni fa, di quanto siano forti in questo sport gli abitanti di Tonga.
Sì, perché proprio di questi omoni polinesiani parlava il grande esploratore, e cartografo, James Cook definendoli “persone di grande statura, in genere dotati di immensa forza e ampi sorrisi”.

 

 

Ecco che nella mia mente si propone un’immagine dove la forza non necessariamente serve per aggredire, combattere o distruggere.
L’omone non è un guerriero del quale avere timore ma un amico dal quale ricevere protezione.
Non so perché ma al termine “guerriero” in passato associavo l’immagine iconica della persona violenta che combatte, uccide e conquista territori e persone senza interrogarsi sul motivo e solo per il piacere di farlo.
Solo da qualche anno, dopo aver visto un sacco di film, letto libri e ascoltando riflessioni evolute in molti corsi ai quali ho partecipato, ho iniziato a modificare la mia convinzione.

 

 

In pratica nella mia mente si è sfocata via via l’immagine del guerriero violento con spada e armatura ed è subentrata, lieve, quella attuale del guerriero positivo, portatore di pace e protezione.

 

 

Perché si può essere guerrieri positivi lottando per una causa nella quale si crede fortemente, facendo sacrifici importanti per quell’obbiettivo.
Non fermandosi di fronte alla difficoltà e facendo in modo che la paura sia un alleato e non un ostacolo.
Perché chi ha dentro di sé quest’anima guerriera ha ben chiaro che il futuro non è garantito, ma va conquistato.
L’ armatura non si vede ma c’è ancora e forse è ancora più robusta di prima.
Una immaginaria maglia d’acciaio intrecciata di orgoglio, amor proprio, convinzioni potenzianti e sicurezza dei propri ideali.
Quando incontri una persona così te ne accorgi subito dallo sguardo, dalla sua postura, dal suo ritmo e dal suo sorriso.
Te ne accorgi da come affronta le situazioni.

 

 

Ho notato come molte persone tendano a guardare chi ottiene fama e successo e lo idealizzano.
Pensano che quella persona abbia addirittura dei poteri particolari, capacità e risorse di cui solo pochi sono stati dotati. Proprio come i guerrieri della nostra immaginazione, le fate turchine o i Super Eroi in costume.
Ma non è così: queste persone, questi guerrieri, tutti coloro che ci proteggono e ci illuminano sono esattamente come noi, né più né meno.
Magari giocano a rugby in modo divino, scrivono frasi che restano per sempre, ti abbracciano e sorridono come mai nessuno prima ma sono persone, proprio come te.
Sono l’atteggiamento mentale, le competenze acquisite e le azioni messe in gioco a fare in modo che ottengano il successo dove altri falliscono.
Sono guerrieri positivi perché riescono a usare il proprio potere personale, quello che è alla portata di qualsiasi individuo.
E quello che ogni mental coach che si rispetti deve fare è proprio questo: portare alla luce, estrarre il potere unico che è dentro ognuno dei nostri coachee.

 

 

È bello e potente pensare di avere un guerriero amico dentro di te, che con un grande sorriso ti accoglie come fecero gli abitanti di Tonga con James Cook: “persone di grande statura, dotati di immensa forza e ampi sorrisi”.

Sarà come dare un volto alla tua forza interiore, quel volto che ti proteggerà dalle sconfitte e dalle intemperie

Luca Paoli